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Giro 2016, sei tappe alla fine: situazione e pronostici

kruijswijk

Riparte oggi il Giro d'Italia 2016, con l'olandese Kruijswijk in maglia rosa e Vincenzo Nibali terzo a 2 minuti e 51 secondi. La cronoscalata dell'Alpe di Siusi di domenica ha fatto danni, ma la giornata di riposo di ieri deve spazzare via tutto, perché da qui alla fine ci sono ancora sei tappe per...

Riparte oggi il Giro d’Italia 2016, con l’olandese Kruijswijk in maglia rosa e Vincenzo Nibali terzo a 2 minuti e 51 secondi. La cronoscalata dell’Alpe di Siusi di domenica ha fatto danni, ma la giornata di riposo di ieri deve spazzare via tutto, perché da qui alla fine ci sono ancora sei tappe per un totale i circa mille chilometri in cui possono ancora succedere parecchie cose.

Nibali in crisi nella cronoscalata, Kruijswijk imprendibile

La cronoscalata di domenica (15a tappa) è stata un calvario per Nibali e un trionfo per Kruijswijk, che è passato sul traguardo con meno di un secondo di distacco dal vincitore di tappa, il russo Foliforov. E’ andato molto bene Valverde, che ha perso solo 23 secondi, mentre Chaves e Zakarin hanno perso qualcosa in più (40 secondi il primo, 47 il secondo). Vincenzo è partito senza strafare, e tutti hanno pensato che volesse andare via in progressione nella seconda parte, invece il siciliano si è piantato, con le gambe che proprio non ne volevano sapere di spingere a dovere. Poi ci si è messa anche la catena, un guasto meccanico che gli ha fatto perdere da solo almeno venti o trenta secondi. Risultato finale: sul traguardo, Nibali è transitato due minuti e dieci secondi dopo Foliforov e Kruijswijk. Un disastro. La domanda, a questo punto, è se, da qui alla fine, potrà ancora succedere qualcosa o se il Giro 2016 è da considerare già chiuso.

Giro finito? Manca ancora molto

Guai a pensare che il Giro sia già finito. Sbaglierebbe a pensarlo per primo Kruijswijk, perché in queste grandi corse a tappe la giornata storta capita a tutti e lui, finora, è sempre andato bene. L’olandese, per essere chiari, ha i numeri per farcela a portare la maglia rosa fino alla fine: ha ventinove anni, corso sei giri e tre tour, l’anno scorso in Italia è arrivato settimo, due anni fa in Francia quindicesimo. Sembra in grande forma, ma la terza settimana è difficile per tutti e il ruolo di leader, per lui, è senz’altro inedito.

Dietro Kruijswijk ci sono Chaves, Nibali e Valverde con un distacco che va da poco più di due minuti a tre e mezzo. L’olandese deve guardarsi da tutti e tre, anche se per diversi motivi. Il colombiano Chaves è forte e in buona forma, lo hanno visto tutti, ma per vincere occorrerà avere anche grande saggezza, dal punto di vista tattico. Quello che conta è mettersi la maglia rosa sabato, perciò potrebbe essere necessario aspettare e anche aspettare è una cosa che bisogna saper fare. Chi invece non difetta di esperienza sono Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde, che hanno già vinto una corsa a tappe (una Vuelta per Valverde, Vuelta, Giro e Tour per Nibali) e, in questa gara, hanno già avuto il momento negativo, uscendone ancora vivi, ovvero con distacchi non incolmabili.

Sei tappe da qui alla fine

Oggi il Giro riprenderà con la 16 esima tappa, da Bressanone ad Andalo, con il Passo della Mendola e la salita fino a Fai della Paganella, appena prima della fine. Non sono ascese impossibili, quindi è probabile che non accadrà nulla, ma il ritmo sarà elevato e i polpacci si affaticheranno. Domani e giovedì ci saranno due tappe che, per gli uomini di classifica, dovrebbero essere di riposo, ammesso che si possa riposare facendo prima 196 chilometri (mercoledì, da Molveno a Cassano d’Adda), poi 240 (giovedì, da Muggiò a Pinerolo). Venerdì si arriverà sulle Alpi, scalando il Colle dell’Agnello fino a 2744 metri di quota (più di venti chilometri al 7% di media, con punte al 15) e poi affrontando la salita finale fino a Risoul (altri tredici chilometri al 7%). Sabato penultima tappa con Col de Vars, Col de la Bonette e Colle della Lombarda. Domenica passerella finale da Cuneo a Torino.

Con tutta la strada che ancora bisogna percorrere, insomma, è chiaro che non si può dire che il Giro sia chiuso. Kruijswijk potrebbe prendere un’imbarcata clamorosa e sparire del tutto dalla parte alta della classifica, Chaves potrebbe laurearsi vincitore sbriciolando gli avversari su una o più delle tante salite ancora da affrontare, Valverde potrebbe indovinare l’azione giusta e riuscire a mettersi tutti alle spalle, Nibali potrebbe tornare a correre con la mente libera, adesso che non ha più niente da perdere. Finora è stato il Nibali del Tour 2015, sfortunato e scostante. Ma qui non siamo al Tour, non è più il 2015 e, in giro, non si vede nessun Chris Froome.