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Dramma River Plate: piange anche il Torino

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25 giugno 1989: il Torino perde 3-1 a Lecce e retrocede in Serie B dopo trent’anni. 26 giugno 2011: il River Plate pareggia 1-1 contro il Belgrano nel ritorno del playout e retrocede in Segunda Division per la prima volta in 110 anni. Se non bastasse la storia, anche i numeri e le date suggellan...

Torino

25 giugno 1989: il Torino perde 3-1 a Lecce e retrocede in Serie B dopo trent’anni. 26 giugno 2011: il River Plate pareggia 1-1 contro il Belgrano nel ritorno del playout e retrocede in Segunda Division per la prima volta in 110 anni. Se non bastasse la storia, anche i numeri e le date suggellano l’eterno legame tra granata e Millonarios. Ed allora nel giorno in cui il calcio mondiale registra la triste prima volta in seconda serie di uno dei club più amati e prestigiosi del mondo anche i tifosi del Torino partecipano alla sofferenza dei tifosi del Monumental, poi trascesa in censurabili incidenti.

O almeno i tifosi meno giovani del Toro, quelli che hanno potuto constatare di persona il sottile filo che unisce le due società. Tutto partì il 26 maggio 1949: erano passate appena tre settimane dalla tragedia di Superga che aveva spazzato via in pochi secondi una squadra di Invincibili, il presente ed il futuro del Torino ma pure uno dei simboli dell’Italia intera che provava a fatica a rialzarsi dopo la Guerra. La Figc organizzò un’amichevole per aiutare le famiglie delle vittime ed anche la società, precipitata ovviamente in una pesante crisi economica. Si cercavano degli sfidanti per una selezione mista comprendente i più forti giocatori italiani, tutti uniti per un giorno in maglia granata: la società più pronta a rispondere all’appello fu proprio il River Plate che attraversò l’Oceano per presentarsi al Comunale. Si trattava all’epoca di una delle squadre più forti del mondo, trascinata da un certo Alfredo Di Stefano.

Da Sentimenti IV a Nordhal, da Nyers a Boniperti quel giorno più che mai tutta l’Italia si era sentita torinista ma soprattutto quel giorno si cementò un’amicizia divenuta eterna. A fine partita il presidente del Toro Ferruccio Novo consegnò al collega Antonio Liberti una targa recante la scritta latina “Il consenso dei cuori prepara il rinnovarsi della vita” e sette anni più tardi Liberti entrò addirittura a far parte del comitato esecutivo alla presidenza del Toro. Sul campo finì 2-2 ma a non finire mai fu il rapporto di fratellanza tra due squadre dai destini opposti sul campo, una vincente e l’altra sempre più in difficoltà, ma gemelle nel cuore.

Il 6 gennaio 1953, così, il Toro scese in campo contro il Milan per la prima volta con una seconda maglia del tutto particolare, ovvero identica a quella dei Millionarios: una scelta divenuta norma negli ultimi anni quando, pur tra qualche imbarazzante errore (come quello che portò in una stagione ad “invertire” il senso della striscia trasversale), la seconda divisa del Toro è stata pensata proprio nel ricordo dei fratelli d’oltre oceano. Che, dal canto loro, giocano in maglia granata una partita all’anno, quella più vicina alla data del 4 maggio. Oggi le due società sono accomunate pure dal destino calcistico: entrambe decadute e piegate da gestioni societarie che hanno fatto arrossire secoli di storia e spolpato le casse, al punto da rendere amaramente beffardo il soprannome che ha reso famosa la squadra argentina. Ma l’amicizia è più forte di ogni categoria. Perché il consenso dei cuori prepara il rinnovarsi della vita.