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Calcioscommesse: lo scandalo si allarga. A parole

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Per ora siamo solo ai rumors, o meglio a quanto filtra dalle Procure: nulla di ufficiale, quindi, e proprio per questo l’inquietudine se possibile è ancora maggiore come tipico di quando si conosce l’esistenza ma non l’identità del nemico. Ma per un po’ dovremo abituarci perché certe ...

Di Martino

Per ora siamo solo ai rumors, o meglio a quanto filtra dalle Procure: nulla di ufficiale, quindi, e proprio per questo l’inquietudine se possibile è ancora maggiore come tipico di quando si conosce l’esistenza ma non l’identità del nemico. Ma per un po’ dovremo abituarci perché certe notizie diventano ufficiali solo a bocce ferme. Bisognerà insomma aspettare la fine del campionato per capirci qualcosa di più sull’ennesimo scandalo sul calcioscommesse? Il sospetto è forte ma ciò non toglie che l’aria che tira non sia buona. Nella giornata dell’interrogatorio di Carlo Gervasoni, infatti, la Procura di Cremona sarebbe entrata in possesso di una relazione proveniente dalla Squadra Mobile di Bologna: una “fonte confidenziale di assoluta affidabilità e particolarmente addentrata nel mondo delle scommesse sportive” riferisce che il fenomeno delle partite truccate sarebbe ben più ampio rispetto a quanto emerso fino ad oggi.

Si parla di un possibile coinvolgimento di arbitri, giocatori e dirigenti dalla Serie A alle categorie inferiori a livelli ben superiori rispetto ai “tradizionali” accordi di fine stagione tra calciatori che “non offrono garanzie assolute” e che richiedono un intervento diretto dei dirigenti per concordare gli esiti delle partite grazie agli addentellati tra personaggi del mondo delle scommesse e giocatori o dirigenti. Un’autentica bomba ma al momento solo potenziale. E mentre c’è addirittura chi accusa la Procura di volersi fare pubblicità al momento non si può che aspettare che i tempi maturino, o che le prove in mano agli inquirenti diventino più solide e certe.

L’importante è però sottolineare che lo scandalo di questi tempi è su un piano ben diverso rispetto ai tanto citati accordi di fine stagione, situazioni troppo spesso liquidate come normali rilassamenti per raggiungere un obiettivo comune. Se provate, le accuse di cui sopra getterebbero un’ombra pesantissima sul calcio italiano. Se invece siamo ancora nel campo delle sensazioni, per rimanere ad una famosa parola usata dal pm Di Martino in estate, l’allarme rientrerebbe ma non si cancellerebbe quanto è già emerso. Che non è comunque poco.